Autismo e Disturbo dello spettro autistico
Disturbo generalizzato dello sviluppo
Queste categorie diagnostiche mostrano quadri clinici multiformi, caratterizzati da diversi livelli di funzionamento cognitivo e da aspetti affettivi e relazionali diversificati. La sintomatologia iniziale si evidenzia nella prima infanzia ed è costituita da capacità sociali, comunicative e cognitive di base ritardate o ridotte. La sigla DGS è usata spesso come premessa per un eventuale sindrome autistica o nello spettro autistico. Essa comporta un percorso distinto in fasi che implicano il coinvolgimento de un’equipe composta da neuropsichiatra infantile, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva, psicologo, logopedista. Le fasi fondamentali sono caratterizzate dall’anamnesi e dalle osservazioni cliniche. La caratteristica comune è la compromissione in diverse aree dello sviluppo: nella capacità di comunicazione verbale e non verbale e nell’attività immaginativa. Spesso è presente un repertorio di attività ed interessi marcatamente ristretto e frequentemente sono presenti comportamenti ripetitivi e stereotipati. Ancora vi è una grave difficoltà nello sviluppo della comprensione psicologica di sé e degli altri ovvero di una “teoria della mente”. La funzione linguistica appare sganciata dalla comunicazione ed evidenzia una difficoltà nell’emergenza e nell’uso della comprensione verbale ed una difficoltà di comunicazione sia verbale che non verbale. In maniera prioritaria sulla comprensione e che si spingano sul versante espressivo in modo intrinsecamente legato all’aspetto ricettivo. L’obiettivo dell’intervento logopedico è quello di favorire l’integrazione tra le funzioni comunicative, simboliche e cognitive e gli aspetti emotivi necessari alla nascita della parola. Importante che anche la logopedista sia prevista in epoca precoce affiancata al lavoro in maniera prioritaria sulla comprensione e che si spingano sula versante espressivo in modo intrinsecamente legato all’aspetto ricettivo. La letteratura internazionale sottolinea l’importanza di iniziare l’intervento in età precoce, e sappiamo anche che per i familiari la pianificazione precoce dell’intervento e della presa in carico allontana il senso di smarrimento, di impotenza e di incertezza per il futuro rendendo la famiglia una componente attiva di un programma come obiettivi precisi da raggiungere attraverso un lavoro coerente di diverse figure professionali. A questa premessa è doveroso sottolineare che i soggetti con autismo hanno benefici da un programma d’intervento psico-educativo e cognitivo-comportamentale. Per quanto riguarda la durata dell’intervento deve essere sottolineato che le persone con autismo necessitano di programmi che coprano l’intero arco della vita. Tali programmi sono caratterizzati da obiettivi diversi e coinvolgono contesti diversi nelle diverse fasi di vita, e man mano che gli obiettivi di un programma vengono realizzati, nuovi obiettivi, più ambiziosi, vengono pianificati, in un ciclo continuo di nuove valutazioni e nuove programmazioni.